Da settembre 2010 un Fondo Italiano di Investimento per le PMI italiane

Il fondo partirà in settembre 2010 con una dotazione di 1 miliardo di euro proveniente dalle quote paritetiche di Cdp (con fondi della gestione ordinaria raccolti sul mercato e non con il risparmio postale della gestione separata), Intesa San Paolo, Unicredit e Mps. Nella Sgr partecipano, oltre a questi istituti fondatori, Mef, Confindustria e Abi con capitale versato complessivamente per 3,5 milioni.

Il consiglio di amministrazione della società è composto da undici membri. Nel Cda sono rappresentate le tre banche fondatrici, la Cassa, professionisti indipendenti, il Mef e il presidente dell`Unione industriale di Torino.

Il fondo dispone di una vasta gamma di strumenti d`intervento tipici del mondo del private equity, come l`ingresso diretto con acquisto di quote di minoranza (è stabilito non di maggioranza) del capitale dell`impresa, e sottoscrizione di prestiti subordinati o convertibili: escluse le operazioni più rischiose e con forte leva come il leveraged buy-out.

L`ottica di FII è più lunga di quella di un normale fondo di private equity perché gli interventi per la ricapitalizzazione o aggregazione delle Pmi avranno una durata complessiva di 15 anni, ben superiore alla media del settore. Anche gli obiettivi di rendimento saranno moderati perché depurati dalla componente speculativa.

Un altro traguardo del nuovo fondo è quello della rapidità d`intervento e della snellezza operativa. 

Il target è rappresentato da imprese italiane con fatturato tra 10 e 100 milioni di euro quindi un bacino potenziale di 15.000 Pmi.

Le potenziali Pmi candidate, anche le piccolissime, dovranno dare prova di essere sane e di avere volontà e possibilità di crescere.

Il fondo parte con una dotazione di 1miliardo di euro ma potrà arrivare alla ragguardevole cifra di 3miliardi di euro.

 

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