Contributi Europei per le PMI con progetti "Green"

Una gara in cui vincono le aziende capaci di coniugare sensibilità ambientale e innovazione, lungimiranza e sostenibilità. Sono aperte da pochi giorni le iscrizioni per la quarta edizione di Eco-innovation, il bando dell’Unione europea rivolto alle piccole e medie imprese che presentino eco-progetti pilota con le carte in regola per sfondare in tutta Europa. In palio il cofinanziamento dei costi fino al 50% da parte dell’UE.

Il budget quest’anno è di 36 milioni di euro, stanziati dall’UE con l’intenzione di recuperare terreno rispetto all’innovazione già avviata dalle economie emergenti, nel solco della strategia sostenibile per il 2020. Eco-innovation nasce quindi per rispondere ad una crescente domanda di prodotti e servizi che portino benefici all’ambiente, ma anche alla ripresa dell’economia. Le eco-industrie UE contano già 3,4 milioni i posti di lavoro e a premere sull’acceleratore delle nuove tecnologie dovranno essere soprattutto le PMI, circa 23 milioni, all’origine del 60-70% dell’inquinamento dell’industria europea.

I settori di attività previsti dal bando 2011 sono cinque: il riciclo, la realizzazione di prodotti sostenibili per l’edilizia, la produzione di cibi e bevande sostenibili, la gestione dell’acqua e gli interventi per rendere più “verdi” alcune produzioni o ambiti professionali.

La scadenza  per la presentazione delle domande è l’8 settembre 2011.

I progetti, che dovranno avere una durata massima di tre anni, saranno valutati entro gennaio del 2012 e partiranno concretamente dal prossimo aprile. Per affrontare Eco-innovation, ci sono alcune regole d’oro, diffuse dai responsabili del progetto: leggere bene tutto il bando, per capire obiettivi e condizioni ed esaminare i modelli per presentare la proposta (se ci sono aree dove si è carenti o ci sono domande alle quali non è ancora possibile rispondere, significa che mancano elementi fondamentali per concorrere). Meglio poi proporre idee ambiziose, con i maggiori benefici dal punto di vista dell’impatto ambientale e con un chiaro sbocco valido per il mercato,  visto che in media viene premiato un progetto su sei. Le aziende dovranno poi spiegare bene la proposta e gestire direttamente il progetto, perché è utile che sia il coordinatore a rispondere in maniera diretta ad eventuali chiarimenti. L’UE consiglia infine alle imprese di valutare bene la tempistica, considerando i tempi necessari per avere eventuali permessi a livello nazionale, tenendo conto che fra la scadenza di settembre e la partenza dei progetti passano ”solo” sette-otto mesi.

 

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